E’ un processo armonico che ci permette di passare da una tonalità a un altra. La percezione di una tonalità è molto complesso e comprende fattori sia melodici che armonici.
Ci sono due principali tipi di modulazioni:
La modulazione diretta avviene quando non si utilizzano accordi di passaggio per passare da una tonalità all’altra, mentre la modulazione indiretta necessita di alcuni passaggi per il cambio di tonalità.
Esempio:
E’ possibile cambiare tonalità (modulare) tramite due principi base:
Diatonicamente: utilizzare accordi comuni tra la tonalità di partenza e quella di arrivo cambiandone però il grado (p.e. il C in tonalità di C è I ma in tonalità di F è V) oppure presentando accordi della tonalità di arrivo che sono caratteristici (per esempio parto in C e la tonalità di arrivo è il G, presento i D che contiene il F# sensibile del G e non appartenente alla tonalità di C).
Cromaticamente: vengono introdotti i suoni della nuova tonalità alterando cromaticamente quella di partenza.
Le tonalità, seguendo il circolo delle quinte o delle quarte, possiedono dei gradi di vicinanza tra loro che permettono modulazioni “veloci” e cambi di tonalità poco complessi. Per esempio, se la distanza tra due tonalità è di una sola variazione in chiave (da C a G o da C a F) le due tonalità si trovano a un I grado di vicinanza, nel caso invece la variazione sia doppia (da C a D oppure da C Bb) le due tonalità sono in II grado di vicinanza. In tutti gli altri casi le due tonalità sono da considerarsi per gradi lontani.
In genere il percorso armonico della modulazione si può riassumere in tre fasi principali:
Più questi passaggi sono complessi e comprendono più successioni armoniche e più la modulazione sarà articolata e complessa.
Facciamo un esempio e proviamo a passare dalla tonalità di C a G quindi dobbiamo alterare il F.
Il nostro giro armonico (Area armonica di partenza) è Cmaj7(I), Fmaj7(IV), Dm7 (II), G7(V).
Scelgo come accordi in comune (Area armonica in comune) Am7 (VI-II), Em7 (III-VI) e quindi D7 (V) cadenza perfetta per definire la nuova tonalità che sarà Gmaj7, Cmaj7, Am7, D7 (Area armonica di arrivo).
Esercizio:
La modulazione per toni lontani avviene quando le due tonalità non hanno accordi in comune e quindi non è possibile attuare il principio diatonico. Per poter ottenere questo tipo di modulazione è possibile ragionare su una serie di modulazioni di passaggio a toni vicini che servano al raggiungimento del tono lontano. Inoltre il principio cromatico risulta essere molto adatto a questo tipo di modulazione.
L’accordo diminuito con la settima diminuita è uno strumento molto utile al fine della modulazione. Analizzandone la struttura si può vedere da subito la sua forma simmetrica essendo che ogni nota di cui è composto è distante una terza minore rispetto alla nota successiva: N.F+3m+5dim+7dim.
Essendo composto da quattro note, ed essendo un accordo simmetrico, si può dire che ogni rivolto di un accordo diminuito può corrispondere a una posizione fondamentale di un altro: esempio se prendiamo l’accordo Bdim (B, D, F, Ab), il suo primo rivolto (D al basso) corrisponde all’accordo Ddim che sarà uguale all’accordo Fdim e Abdim. Questo significa che all’interno di un’ottava, ovvero 12 note, possiamo incontrare solo 3 accordi diminuiti distinti tra di loro.
Tutto questo discorso lo si può sfruttare a nostro favore: se l’accordo diminuito lo usassimo solo come sensibile e quindi come settimo grado esso appartiene a ben 4 tonalità differenti.
Per esempio l’accordo di settima diminuito Bdim mostrato in precedenza, può risolvere certo sul C, ma potrà risolvere anche su Eb o sul Gb o sul A.
In questo esempio il giro di accordi è: C, F, Dm, Bdim/Ddim, Eb, Bb7, Eb.
Per tonalità parallele si intendono le tonalità che hanno in comune la stessa tonica ma che si distinguono tra loro perché una è minore e l’altra è maggiore, per esempio A maggiore e A minore.
L’utilizzo delle tonalità parallele ci permette di prendere in “prestito” accordi che non appartengono alla tonalità interessata ma appartengono alla sua parallela, purché abbiano la stessa tonica.
Un esempio molto classico è il passaggio dal IV maggiore al IV minore:
Es: C, F, Fm, C, G7, C dove dalla tonalità di Cm abbiamo preso in “prestito” il IV minore e l’abbia utilizzato come accordo di passaggio. Quindi in questo caso non si parla di modulazione ma bensì di un arricchimento armonico tramite le tonalità parallele.
Per avere una vera e propria modulazione tra tonalità parallele bisogna passare per l’accordo di dominante, unico accordo che le due tonalità hanno in comune: questo passaggio permette di fare una modulazione a toni lontani passando però per un accordo in comune.
Per esempio vorrei passare da C a Cm:
Cmaj7, Fmaj7, G7, Cm7, Abmaj7, Fm7, G7, Cm7.
I, IV maggiore, V in comune, I, VI, IV, V, I minore.
Si tratta di un semplice cambio di tonalità che però è solo di passaggio e che risolve poi tornando alla tonalità d’origine.
Esempio: Dm, C, Gm, Dm, Eb, Bb, A, Dm
Come si può notare nella prima parte del giro armonico si è Dm naturale (I, VII, IV, I) poi si passa a un IV-I in Bb per poi tornare a V-I in Dm con A dominante (Dm armonica). Questa modulazione è solo di passaggio e si accenna solo in parte la tonalità di Bb senza però definirla in modo completo.