Intervalli - Federico Truzzi | Official Website
music, composer, film, film composer, audio, sound, design, advertisements, ads, commercial, animation, piano, strings, violin, cello, viola, orchestra, cinematic, minimalistic, metal, rock, guitar, music composition
22133
page-template-default,page,page-id-22133,qode-social-login-1.0,ajax_updown_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-4.5,vertical_menu_enabled, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,menu-animation-underline,fs-menu-animation-underline,popup-menu-text-from-top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.5.2,vc_responsive

TEORIA – Intervalli

Un intervallo è la distanza tra due suoni (due note). Ci sono due tipi generici di intervallo :

MELODICO : la distanza tra le due note è data dall’altezza e dal tempo
ARMONICO: la distanza è data solo dall’altezza perché le due note vengono eseguite nello stesso istante temporale.

L’intervallo MELODICO può essere ASCENDENTE se la seconda nota è più acuta della prima, altrimenti sarà DISCENDENTE.

 

Prendiamo d’esempio la scala di Do maggiore e calcoliamo gli intervalli tenendo ferma la nota DO:

 

Gli intervalli si dividono in due grandi categorie:

  • INTERVALLI MAGGIORI (M)
  • INTERVALLI PERFETTI (P) chiamati anche GIUSTI

INTERVALLO PERFETTO O GIUSTO:

  • Se si toglie 1 semitono l’intervallo prende il nome di DIMINUITO (dim.)
  • Se si aggiunge un 1 semitono l’intervallo prende il nome di ECCEDENTE (ecc.)
  • Se si toglie 2 semitoni diventa PIU CHE DIM
  • Se si aggiunge 2 semitoni diventa PIU CHE ECC

INTERVALLO MAGGIORE:

  • Se si toglie 1 semitono l’intervallo prende il nome di MINORE (min.)
  • Se si aggiunge un 1 semitono l’intervallo prende il nome di ECCEDENTE (ecc.)
  • Se si toglie 2 semitoni diventa DIM
  • Se si aggiunge 2 semitoni diventa PIU CHE ECC

 Se gli intervalli restano all’interno dell’ottava sono considerati INTERVALLI SEMPLICI, in caso contrario prendono il nome di INTERVALLO COMPOSTO.

Per ogni intervallo si può ottenere il suo RIVOLTO: prendendo d’esempio un intervallo ascendente, si pone la prima nota all’ottava superiore. La somma tra un intervallo e il suo rivolto sarà sempre nove: il rivolto di un intervallo di seconda è un intervallo di settima, il rivolto di un intervallo di terza è una un intervallo di sesta, etc..

 

ARMONIZZAZIONE SCALA MAGGIORE

 

Partendo dalla scala maggiore (T-T-sT-T-T-T-sT) si può creare una qualsiasi armonizzazione suonando gli intervalli che ci interessano. Per esempio, se io volessi armonizzare la scala di Do maggiore per terze basterà utilizzare la terza di ogni nota (ovvero il Mi per il Do, il Fa per il Re, il Sol per il Mi etc..). Da questa armonizzazione si può notare che gli intervalli potranno essere maggiori o minori, perfetti o diminuiti, in base alla nota della scala che si sta prendendo di riferimento.

ESERCIZI – Intervalli

  1. Partendo dalla nota D di riferimento trovare la sua M2, P5, M7
  2. Partendo dalla nota F di riferimento trovare la sua min 3, dim 4, dim 5
  3. Partendo dalla nota G di riferimento trovare la sua ecc 6, ecc 4, ecc 7.
  4. Trovare che intervallo è rispetto alla nota Eb le note: Bb, F#, A, Gb
  5. Definire il rivolto di Ab del VI, VIIm, IV dim, V ecc.
  6. Armonizzare per terze, settime, seste e quinte la melodia di Fra martino: